«Ho riflettuto molto se postare questo mio pensiero, ma ho deciso di farlo per ridare dignità a chi non si riconosce in certe parole» – inizia così il lungo post su Facebook di Felice SCIRPOLI (nella foto-copertina) consigliere comunale d’opposizione nonché ex candidato alla carica di primo cittadino di Monte Sant’Angelo investita ieri ufficialmente a Capitale Regionale della Cultura 2024.
«Ieri si è svolta la cerimonia di apertura dell’anno per “Monte Capitale Cultura Puglia 2024” alla quale ho partecipato come Consigliere Comunale.
Come tutti certamente ricorderanno, nel 2022, terminata la campagna per l’elezione del Sindaco, appuntamento elettorale nel quale ero candidato Sindaco per la Lista Civica “A Monte”, tutti, ma proprio tutti, mettendo da parte l’appartenenza partitica e politica, abbiamo dato il nostro sostegno all’idea di candidare Monte Sant’Angelo a “Capitale italiana per la Cultura 2025, convinti come siamo sempre stati – e come siamo ancora oggi – che un titolo del genere arricchisce culturalmente e socialmente la comunità e non solo una parte.
Abbiamo tifato, abbiamo avuto il fiato sospeso, quando in diretta televisiva sarebbe stato pronunciato il nome della città vincitrice, e siamo rimasti delusi quando non abbiamo sentito il nome della nostra cara, amata, Monte vincere.
E pensare che mai mi è sfiorata l’idea che non si era vinto perché non si era stati capaci di presentare un Progetto valido e all’altezza dell’evento (non lo penso e non lo penserò mai!): so bene che vincere contro altre grandi città non sarebbe stato facile e che, quindi, qualunque fosse stato il progetto, sarebbe stato difficile spuntarla.
Tutto questo sostegno, questo tifo, questo “soffrire” per avere un titolo importante, lo avevo nonostante sapessi che le basi su cui era stato costruito il dossier era il mantra “Il Consiglio Comunale di Monte Sant’Angelo sciolto per infiltrazioni mafiose” (a proposito, invito ancora tanti a rileggere quei Decreti, ma a rileggerli bene, per verificare che è stato scritto “scioglimento per presunte infiltrazioni”!).
Quando ho scelto di candidarmi a Sindaco l’ho fatto sapendo che mi sarei esposto e che anche in quell’occasione il mantra poteva essere lo scioglimento, ma l’ho fatto perché ero e sono convinto che la democrazia abbia bisogno di alternanza, di un modo di pensare e di agire diverso.
Condussi, assieme a tutti i candidati e i sostenitori della mia lista – anche con l’avversione di quelli che oggi dicono di essere avversari dell’amministrazione d’Arienzo ma che nel 2022 hanno fatto campagna convinta a sostegno di d’Arienzo – una campagna elettorale garbata, fondata sui temi e sui progetti futuri.
Dal 2015 al 2022 più volte sono stato sollecitato a rientrare nell’agone politico, ma non l’ho fatto perché gli eventi del 2015 (nessuno, ma proprio nessuno degli amministratori di allora ha mai ricevuto provvedimenti di qualsivoglia natura come punizione per lo scioglimento) mi hanno segnato tantissimo e le ferite aperte, seppur si siano rimarginate, sono rimaste cicatrici che mai mi abbandoneranno.
Mi candidai perché ero convinto che bisognava uscire dalle secche di un atteggiamento a volte lezioso e arrogante: qualcuno doveva pur accollarsi la responsabilità di riportare il confronto politico alla serenità e mettere da parte lo scontro. Che non significa pensarla allo stesso modo di chi oggi amministra, ma significa non più insultarsi o, peggio ancora, “ferire” le persone anche solo con le parole.
Senza tema di smentita, posso dire che ieri, durante la cerimonia, non ci sono state sbavature almeno fino a quando alcuni relatori hanno avuto il “coraggio” (?) di parlare di una città che ha conosciuto lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, dando così la possibilità a qualcun altro di dire che “… da oggi Monte non è più capitale della mafia ma capitale della cultura.
Non ho abbandonato la sala solo perché ritengo che le Istituzioni (i Consiglieri Comunali, in quanto rappresentanti della città, sono Istituzione) non devono lasciarsi andare a scatti d’ira. Al tempo stesso, però, credo che quanto ascoltato (da capitale della mafia a capitale della cultura!) non sia stata un’offesa al sottoscritto: è stata l’offesa ad un’intera comunità. Quando si parla di città della mafia si indicano tutti i cittadini di quella realtà, anche quelli che hanno sempre combattuto, schifato, condannato e lottato contro la mafia.
Evidentemente il garbo a rispettare gli altri – non il sottoscritto, ma i cittadini – non è da tutti, se poi ci si trova a parlare in una vetrina così importante.
Non vado oltre, ma era mio dovere intervenire, non per me – le mie sofferenze le so ben nascondere (per carattere sono sempre sorridente, anche se questo fa innervosire gli altri) – ma per i miei concittadini, il 99,99% dei quali è gente onesta, seria, di parola, perbene, lavoratrice.
Viva Monte Sant’Angelo, viva la Capitale della Cultura Puglia 2024, viva i cittadini di Monte Sant’Angelo! – è quanto si legge al termine del lungo post su Facebook di Scirpoli.